L’autore di The Novelist, Kent Hudson, ha trascorsi in software house e progetti importanti, quando decide di abbandonare quei lidi per seguire la sua profonda ispirazione, e partorire così, dopo due anni, un progetto schematicamente semplice, la cui tagline non lascia spazio a dubbi: “un gioco che parla di vita, della famiglia, e delle scelte che facciamo.” In una sola frase, l’autore è riuscito a riassumere tutti i concetti che stanno alla base del progetto, e che vi faranno sentire profondamente ed irrimediabilmente umani.
Dan Kaplan, scrittore sulla cresta dell’onda ma in grave crisi creativa, decide di passare l’intera estate in una casa isolata, nei pressi del mare, e porta con sé anche sua moglie Linda e il loro bambino, Tommy. All’interno di questo contesto, il nucleo familiare non sa però di essere costantemente osservato, in qualche modo custodito, da una presenza: voi. Il giocatore è tangibile, è occhio che guarda e interviene all’interno di questo micromondo, e diviene via via parte integrante della storia. È una sorta di angelo custode che, sfondando la quarta parete, legge il pensiero, i diari e i ricordi dei tre protagonisti, arrivando via via a scoprire i loro desideri più reconditi, quelli che li porterebbero un gradino più vicino alla felicità.
Poco male, se solo non fosse che i personaggi sono tre, e voi potete rendere realtà solo due aspirazioni per volta. Vi troverete quindi catturati all’interno di grossi dubbi morali, a scegliere se i sogni e i desideri di uno siano più importanti di quelli dell’altro, senza sapere bene che criterio state utilizzando – o quale si possa utilizzare, per decidere qualcosa di poco scientifico o matematico come i sogni. Mano a mano che i capitoli si susseguiranno, insomma, i personaggi modificheranno il loro umore e il loro avvenire in base a ciò che voi gli avete concesso, in qualche modo rinchiusi in una campana di vetro dove potete disporre delle loro aspettative per il futuro.
È più importante la carriera da scrittore di Dan, la salute dell’unione coniugale con Linda o la felicità del piccolo Tommy? Nella realtà, cosa scegliereste? Rinuncereste alla vostra ambizione per il bene degli altri?
The Novelist riesce così, con schemi semplici ed una narrazione raffinata e intelligente, a trasmettervi qualcosa di profondo e concreto – pur non brillando nel gameplay, che in questa sede non tratto, ma che potete conoscere tramite le recensioni di qualsiasi collega nelle testate specializzate. Al capitolo finale del gioco vi ritroverete ad esservi affezionati ai Kaplan, a comprendere i sentieri e le ambizioni di ciascuno, ed a sperare di aver fatto, per loro, le scelte migliori. Di avergli bisbigliato nel sonno quei consigli che potessero bilanciare meglio una mutua felicità.
Un appunto particolare, poi, all’interpretazione magistrale che l’autore è riuscito a dare della vita da scrittore, dei dubbi di questo contorto mestiere, tra soluzioni improvvisate, capitoli da rivisitare nell’ordine delle decine di volte, personaggi che hanno bisogno di trovare la loro strada all’interno del libro ed un vero e proprio mendicare l’ispirazione. Non ho mai trovato, all’interno del medium videoludico, una narrazione altrettanto viva ed efficace di ciò che scrivere significa, nel bene e nel male. Sia quando il libro è finalmente finito, sia quando il traguardo è ancora da raggiungere e sembra lontanissimo, proprio mentre la tua casa editrice alza la cornetta per ricordarti che il termine per la consegna del manoscritto sta per scadere.
I protagonisti di The Novelist si rivelano quindi umani, a trecentosessanta gradi, interessanti, completi. Non è un gioco per tutti – pochi lo sono – soprattutto per i wall of text che di tanto in tanto vi troverete a leggere, ma è un’opera che ha una sua efficacia, sopraffina e meritevole di attenzioni, che dimostra in una ulteriore sfumatura quanto questo medium sia narrativamente ed emotivamente forte e illuminante. Ed è l’opera che più sinceramente parla di scrittura e dell’essere scrittori – anche in mezzo ai libri a tema – con la quale mi sia mai capitato di imbattermi.
Un gioco sulla vita, la famiglia e le scelte che facciamo. E su tutto quello che c’è, dalla pagina bianca alla copertina in libreria.
Questo articolo è comparso prima su StefaniaSperandio.com nel 2014.