Ripetete con me: The Witcher non è un adattamento dei videogiochi. The Witcher non è un adattamento dei videogiochi. The Witcher non è un adattamento dei videogiochi.
Bene, abbiamo chiarito un punto: The Witcher è un adattamento dei libri di Andrzej Sapkowski. Nei mesi precedenti la messa in onda, la showrunner Lauren S. Hissrich aveva ripetuto fino allo sfinimento che la produzione Netflix non avrebbe cercato di scimmiottare i videogiochi, riprendendone l’interpretazione del mondo di Geralt di Rivia. Perché? Perché a quel punto ci si sarebbe ritrovati con la reinterpretazione di una reinterpretazione. In parole povere, niente di buono – come quei pettegolezzi che passano di bocca in bocca in cui il raffreddore reale, di racconto in racconto, si tramuta in una polmonite pulminante, se vogliamo capirci.
Ecco che, allora, abbiamo fatto chiarezza: The Witcher si ispira ai libri di Sapkowski e, in particolare, ai primi due volumi: Il Guardiano degli Innocenti e La Spada del Destino. Tutto quello che avete visto sui vostri schermi negli otto episodi è ispirato da quanto viene narrato nei racconti che compongono queste due raccolte. Scordatevi quello che avete visto nei giochi, non c’entra niente: quella è una visione sull’universo di Sapkowksi. Questa è un’altra.
Trattandosi di una reinterpretazione, ci sono ovviamente delle differenze rispetto ai libri originali. Ma quali? Avendo letto sia Il Guardiano degli Innocenti che La Spada del Destino, voglio provare a fare il punto. E vi raccomando fin da ora di leggerli a vostra volta, perché sono godibili, scorrevoli e arricchiscono la visione a trecentosessanta gradi sul mondo di The Witcher.
Quanto segue contiene spoiler dalla stagione 1 di The Witcher. Se non avete visto tutti gli episodi, vi raccomando di fuggire a gambe levate.
La caduta di Cintra
Partiamo dall’evento chiave che scandisce la timeline di The Witcher: la caduta di Cintra. Tutto il racconto della prima stagione 1 gioca saltellando tra prima e dopo la caduta del regno della Leonessa Calanthe. Ebbene, sappiate che questo è un evento che viene trattato solo alla fine del secondo libro e, soprattutto, che Geralt non è presente quando accade.
Nella serie, abbiamo visto che lo strigo era stato preso prigioniero dalla Regina Calanthe, per aver provato a reclamare Ciri: evade dalla sua cella e, quando esce, vede il cadavere della sovrana suicida e Cintra in rovina. Nel libro non succede: Geralt apprende da altri della caduta di Cintra e teme per il destino d Ciri, la sua Bambina della Sorpresa. Anche il destino di Calanthe gli viene, in realtà, riferito da altri.
L’incontro tra Geralt e Ciri
Nella serie TV, Geralt e Ciri riescono a incontrarsi solo alla fine, dopo la caduta di Cintra, con le loro strade fatte incrociare dal destino nell’espressione del tema cardine della prima stagione: non metterti di traverso, quando si tratta di destino. Una lezione che Calanthe ha imparato a duro prezzo.
Nel libro, in realtà, Ciri e Geralt si incontrano nel penultimo racconto del secondo volume, eponimo: La Spada del Destino. Avventurandosi in dei boschi, Geralt trova alcune persone uccise da delle frecce, scoccate inconfondibilmente da delle driadi. Quando trova una bambina, molto piccola, di una decina di anni, cerca di metterla al sicuro, ma i due finiscono nel bosco di Brokilon e le driadi tentano di trattenere lì Ciri. Le donne, però, si arrendono quando scoprono che la loro acqua magica non ha effetto sulla fanciulla, come invece ne aveva sulle altre donne: bevendo, queste dimenticavano tutto e diventavano, in pratica, delle “driadi acquisite”. A Ciri non succede niente di tutto questo, motivo per cui queste creature silvane decidono di lasciarla andare e non opporsi al destino.
Nel libro, Ciri si trovava nei boschi perché era scappata da un matrimonio combinato e dal primo incontro che le avrebbe fatto conoscere il suo futuro marito. Nella serie, è fuggita dalla già avvenuta caduta di Cintra. Nel libro, Geralt la riconsegna agli uomini fidati di Calanthe, al termine dell’avventura a Brokilon, ma la ragazzina vorrebbe rimanere con lui. Nella serie, i due si incontrano solo alla fine.
L’incontro con il destino
Per rimanere in tema, Qualcosa di più, l’ultimo racconto del secondo libro, è quello in cui Geralt e Ciri capiscono di essere l’uno il destino dell’altra. Nel volume, dopo aver agonizzato per una ferita ed essere stato soccorso da un uomo a cui ha salvato la vita, Geralt si ritrova di fronte a Ciri. In realtà, l’uomo voleva donare a Geralt il suo bambino maschio, secondo la Legge della Sorpresa, ignaro del fatto che sua moglie, in sua assenza, avesse accolto a casa Ciri, che era sola e disperata. Geralt e Ciri si abbracciano, ritrovandosi dopo l’avventura a Brokilon: la Legge della Sorpresa, usata due volte da Geralt, gli dà in realtà lo stesso esito, Ciri.
Nella serie, quello alla fattoria del buonuomo che Geralt ha salvato (e che a sua volta ha salvato Geralt) è solo il primo incontro tra Geralt e Ciri. I due si erano solo visti di sfuggita a Cintra, prima che Calanthe, nonna di Cirilla, facesse imprigionare lo strigo.
Geralt e Calanthe
Visto che parliamo della Legge della Sorpresa, vale anche la pena parlare del modo peculiare in cui Geralt e Calanthe si confrontano. La regina è rimasta sicura di sé e inafferrabile anche nella serie, dove è però addirittura più inamovibile.
Nel libro, Calanthe tenta di ingannare Geralt, quando l’uomo viene a riscuotere quanto gli è dovuto con la Legge della Sorpresa, per salvare la sua unica nipote da una vita con lo strigo. Ugualmente, prova anche a farlo assassinare.
Quando i suoi tentativi falliscono, però, il confronto con Geralt è molto meno aspro di quello visto nella serie TV: i due discutono della pericolosità del mettersi di mezzo al destino e, alla fine, è Geralt a rinunciare alla bambina, affermando di non credere al destino. Calanthe, neanche a dirlo, accetta la sua presa di posizione e addirittura parla con Geralt di sua madre e della sua sterilità. Il racconto che ne parla è Qualcosa di più, l’ultimo di La Spada del Destino.
I poteri di Ciri
I primi due volumi della saga lasciano intendere che Ciri abbia qualcosa di speciale, ma non ci lasciano capire che cosa. In compenso, nella serie TV, fin da subito la ragazzina ha dei poteri soprannaturali impareggiabili, ereditati da sua madre Pavetta. Pensate alla scena in cui grida così forte da liberarsi di Cahir, l’ufficiale di Nilfgaard che l’aveva agguantata.
Diciamo quindi che, come un po’ tutta la timeline di Ciri, viene anticipato il momento in cui emergono i poteri della fanciulla.
Yennefer la gobba
Abbiamo visto, nella serie TV, molti anni prima della caduta di Cintra, il percorso di Yennefer di Vengerberg. La fanciulla era in realtà nata con delle deformità, motivo per cui il padre decise di venderla a Tissaia, che ne avrebbe fatto una maga. Abbiamo però visto che solo poche fanciulle riescono ad ascendere, quindi per Yennefer non si prospettava uno dei migliori destini. Abbiamo visto Yennefer affrontare l’accademia sotto la severa ma attenta rettrice e, infine, l’abbiamo vista padroneggiare il suo grande talento magico e diventare la donna che ruberà il cuore di Geralt.
Ebbene, nei primi due libri, che si concentrano interamente su Geralt e i personaggi che lui incontra, non c’è niente di tutto questo: sappiamo, però, che Yennefer era una gobba (e che ha potuto curare le sue deformità cambiandosi l’aspetto, poiché è noto che le maghe possano cambiare come preferiscono, apparendo sempre giovani nonostante siano destinate a vivere anche più di cento anni.
La sterilità e l’aspetto di Yennefer
Per rimanere in tema, una delle lamentele che ho letto più spesso in questi giorni è che «Yennefer non è figa come nel videogioco.» Oltre all’invito a tornare al punto 1 di questo articolo, vi riporto la descrizione che Sapkowski fa della maga, dal racconto L’ultimo desiderio, del volume Il Guardiano degli Innocenti:
Gli elfi di sangue puro non erano abituati a essere affascinati dalle donne umane. Neanche dalle più belle. E Yennefer, sebbene a suo modo attraente, non poteva certo dirsi una bellezza.
Sapkowski aggiunge che, dopo la trasformazione, il risultato della trasformazione delle maghe partorisce «donne pseudobelle con gli occhi cattivi da donne brutte», poiché queste non dimenticheranno ma la loro precedente bruttezza.
Ora che Sapkowski, che Yennefer l’ha creata e immaginata, vi ha spiegato precisamente com’è Yennefer, potete smetterla di frignare e possiamo proseguire.
In merito alla sterilità, i libri ci dicono che le maghe rinunciano alla loro fertilità per ascendere. Non ci dicono in che modo questo avvenga, ma ci dicono che Visenna, la madre di Geralt, è una maga. Il che significa che si possono ottenere i poteri anche quando qualcosa va storto, a livello di sterilizzazione.
La serie TV fa una scelta più decisa: nel momento in cui Yennefer decide di trasformarsi per diventare una maga, vediamo fisicamente il suo utero e le sue ovaie venire rimosse. Risulta davvero difficile immaginare che possa recuperare la sua fertilità e che la cosa possa essere reversibile, considerando che manca sia dell’utero che degli ovuli, a questo punto.
L’aspetto (e la presenza) di Triss
Mi ricollego all’argomento per parlare anche di Triss Merigold, una delle più discusse da coloro che, per qualche motivo, tra i parametri delle loro recensioni hanno deciso di mettere «vediamo se le tipe sono fighe come nel gioco o no.» Il verdetto è stato che Triss vi piace di più come l’ha sistemata CD Projekt RED, ma in realtà proprio quella che vediamo nella serie TV è molto più fedele a quella che vediamo nei libri.
Vado con ordine: Triss Merigold nei primi due libri non c’è, se non in una sequenza che vi riporto subito. Nel racconto “Lo Strigo”, nel volume Il Guardiano degli Innocenti, non è infatti lei ad assumere Geralt per interrompere l’incantesimo che colpisce la strige. Questo racconto ha ispirato il terzo episodio della serie TV, dove vediamo Triss nei panni di colei che assolda lo strigo per risolvere il problema.
Nei primi due libri, Triss compare solo in Qualcosa di più, l’ultimo di “La Spada del Destino”. Durante la sua agonia per la ferita che si è procurato, Geralt immagine di visitare l’obelisco memoriale dei caduti della battaglia di Sodden, temendo con orrore di trovarci il nome della sua Yennefer. Ci trova, invece, quello di Triss, che viene descritta così:
Triss Merigold dai capelli castani, allegra, che rideva per un nonnulla, sembrava un’adolescente.
Questa la descrizione per cui ha optato Sapkowski per la maga, divenuta poi la famosa rossa e tenace dei videogiochi di CD Projekt RED.
La battaglia di Sodden
A proposito di Triss e dei caduti di Sodden, nei due libri la battaglia è già accaduta da qualche tempo e non viene raccontata direttamente, come tutti gli eventi che non coinvolgono Geralt in prima persona. Ne sentiamo parlare in Qualcosa di più, quando lo strigo visita l’obelisco che omaggia i maghi morti nella resistenza a Nilfgaard, quando le cose sono già fatte. Nell’ultimo episodio di The Witcher su Netflix, invece, la battaglia è la grande protagonista delle vicende che coinvolgono Yen e il resto della loggia dei maghi che ha deciso di lottare contro Nilfgaard.
Fringilla di qua, Fringilla di là
Sarò brevissima: tutti si stanno scannando su Fringilla perché sarebbe molto diversa da quella del gioco e, a quanto pare, anche da quella dei libri. Per il momento non posso dire niente: nei primi due volumi, Fringilla non c’è affatto.
Geralt, Yennefer e il jinn
Nel racconto L’Ultimo Desiderio, ne “Il Guardiano degli Innocenti”, Geralt usa l’ultimo desiderio con il jinn per legare il suo destino e quello di Yennefer. Quando la maga lo capisce, con i due finiti a letto insieme, scherza definendo Geralt come un condannato, visto che si è costretto ad amarla. Nella serie TV, invece, Yennefer ha una reazione molto più brutale, e decide di tagliare i ponti con Geralt, temendo che quello che prova non sia reale ma finto, trattandosi puramente di magia. Una cosa che lei conosce molto bene.
Il background di Ciri dopo la caduta di Cintra
Così come la serie decide di raccontare le vicende di Yennefer prima che diventasse chi è oggi, sceglie anche di farci seguire Ciri dopo la caduta di Cintra. In Qualcosa di più, da La Spada del Destino, ritroviamo Ciri tra le braccia di Geralt, dopo che era stata presa nella fattoria dalla moglie dell’uomo che Geralt ha soccorso.
Nella serie TV, la vediamo invece cercare di nascondersi da Nilfgaard, avere a che fare con doppler, finire in un campo di Cintra per rifugiati e, infine, nel bosco con il giovane elfo Dara – che nei racconti non compare. Seguiamo quindi tutto il suo viaggio, prima di ritrovarla tra le braccia di Geralt, il suo destino.
Altre piccole differenze tra racconti/episodi
Per rientrare nei tempi televisivi (e passando da un protagonista principale a tre) è normale che ci siano diversi adattamenti e tagli negli stessi racconti. Ci tengo a segnalarvi quale episodio corrisponde a quale racconto, per aiutarvi a recuperarli più facilmente:
- Episodio 1 – Il Male Minore (Il Guardiano degli Innocenti)
- Episodio 2 – I confini del mondo (Il Guardiano degli Innocenti)
- Episodio 3 – Lo Strigo (Il Guardiano degli Innocenti)
- Episodio 4 – Una questione di prezzo (Il Guardiano degli Innocenti)
- Episodio 5 – L’ultimo desiderio (Il Guardiano degli Innocenti)
- Episodio 6 – I limiti del possibile (La Spada del Destino)
- Episodio 7 – Qualcosa di più (La Spada del Destino)
- Episodio 8 – Qualcosa di più (La Spada del Destino)
Altri eventi presi dai libri:
- Ciri si smarrisce a Brokilon – La Spada del Destino (La Spada del Destino)
- La battaglia di Sodden – Riferimento in Qualcosa di più (La Spada del Destino)
Altre piccole differenze:
- Episodio 2: la caccia “al demone” svolta da Geralt è estremamente sintetica rispetto a quella del libro. Ci sono tagli di numerosi personaggi e anche la morale viene sintetizzata, lasciando un po’ in sospeso perché Geralt e Ranuncolo siano stati lasciati liberi.
- Episodio 3: diverso rapporto padre-figlia per la strige. Nel libro, il padre accetta come ultima opzione che la creatura venga uccisa, se non la si potrà salvare. Nella serie, il sovrano non ammette repliche e cerca anche di negare che la creatura sia la sua stessa figlia.
- Episodio 5: fedele nello scheletro, più sintetico, ma cambia lo scenario. Yennefer, nel libro, per catturare il jinn sta praticamente distruggendo la città. Qui si trova in una villa abbastanza isolata.
- Episodio 6: l’intreccio con il drago è sensibilmente più breve ed è stata tagliata la parte dei combattimenti, oltre ai dibattiti sulla legittimità o meno degli umani di uccidere le creature che ritengono d’intralcio. Il cavaliere che accompagna Yennefer muore contro il drago, nella serie TV viene ucciso mentre defecava. Pretty fitting.
- Episodio 7: la maggior differenza è la presenza di Geralt alla caduta di Cintra, che gioca con gli spostamenti dello strigo e lo rende parte attiva dei tumulti nella presa del regno.
Come potete vedere, si tratta di una reinterpretazione dei fatti narrati nei racconti dei primi due volumi di Sapkowski. Non era facile sintetizzare così tanto (e introdurre così tanto) con a disposizione meno di otto ore. I curiosi possono comunque sapere, ora, quali spostamenti sullo scacchiere sono stati eseguiti dalla showrunner, rispetto alle opere dello scrittore polacco.
Non rimane che attendere la seconda stagione per vedere come proseguiranno i viaggi dei tre protagonisti!